di giandiego marigo
Cosa
è L'uomo nuovo? Una soluzione retorica gramsciana, una elucubrazione
anarcoide che poi si fa utopia? Un pretesto filosofico inesistente?
L'uomo nuovo è prodotto del mondo nuovo oppure è la sua ragione?
Ci
si interroga da millenni su questo argomento è pane per filosofi e
teologi … ma nel mondo delle cose reali dove sta? Che attinenza ha
con la contemporaneità? Perchà in secoli di vicissitudini storiche
non è mai venuto alla luce?
Certo
il sistema, il potere, il capitalismo … tutte queste entità, più o
meno collettive che siano, hanno frenato quando non represso la sua
nascita. I Giordano Bruno finiscono bruciati da sempre, ma da uomo di
poco conto, da scrivano compulsivo quale sono io credo che non basti
come scusa. Questo è una scusa, appunto.
L'Uomo
Nuovo non c'è perchè trasformarsi è faticoso, doloroso, perchè
cambiare scompiglia le certezze, le sicurezze i riferimenti. Perchè
il potere, alla fine è consolatorio … è tanto, tanto più facile
dire “io ho combattuto, ma che ci volete fare questa è la
vita”. La frase antica
“bisogna pur vivere” è
il rifugio per chi si arrende alla propria stessa mancata trasformazione.
Il
coraggio della novità, di essere il nuovo, dentro. Il coraggio di
una nuova immagine del divino, il coraggio dell'eresia, del dissenso
e badate non sto parlando della citazione compulsiva di testi
ritenuti alternativi, non sto parlando della modificazione dello
Stato, ma del suo annullamento.
Sto parlando dell'orizzontalità,
laddove il mondo ha praticato da sempre la verticalità; della circolarità dove prima esisteva il piramidale; della condivisione dove prima c'era il possesso.
Sto parlando
d'un divino che comprende, che accoglie, che non giudica, che non
comanda, che non è personalizzato non è padre e non è madre, che non pretende adorazione e templi, ma che esiste in ognuno di noi perchè è
noi.
Sto parlando d'un mondo senza confini, senza razze, senza
conpetizione e senza cibo derivato dal dolore e dalla morte.
Sto
parlando dell'amore inteso come qualità superiore al sesso, al
possesso, alla gelosia, al genere; incondizionato e che non pretende indietro quel che è disposta a dare.
Sto parlando dell'homo superior
che è protettore e non padrone perchè non ha bisogno di possedere quello di cui è componente indispensabile. Parte, appunto e non apice; sto parlando
d'un pianeta vivente che noi finalmente riusciamo ad ascoltare.
Utopia?
Farneticazione? Certo comodo definirla così, fatelo se vi pare, non
cambia la mia vita, non modifica il mio livello di coscienza, non
appesantisce il mio karma umilia soltanto voi … accomodatevi pure
ci sono abituato.
L'Uomo
Nuovo lo uccidiamo noi ogni giorno quando imponiamo questo sistema ai
nostri figli trasformandoli in orribili zombies telecomandati dallo
stesso potere che ci possiede.
Lo uccidiamo in noi rifiutando i
dubbi, le tenerezze, la voglia di fuggire, ogni giorno accettando il
giogo ed il ricatto del lavoro in questo sistema.
Lo uccidiamo
uccidendo i nostri sogni sull'altare del Mostro Pragma.
Lo uccidiamo
rifiutando la follia, la diversità, la compassione.
L'uomo
nuovo non è ancora nato perchè lo abbiamo obbligato in regole,
prescrizioni, modi d'essere, calcoli e deduzioni scientifiche, metodi
economici, dottrine politiche. Regole su regole sostituendo alle
regole altre regole, potere che sostituisce altro potere … e non vi chiederò scusa per queste ultime ripetizioni,
l'ho fatto apposta.
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