Come
vi si racconta povertà?
Non
c’è, sapete. nessuna nobiltà in denti rotti in bocca
né
sdegnoso distacco, nel non aver vestiti
Non
Valentino vestito di nuovo nessuna brocca di biancospino
nessuna
tenerezza, né dolcezza
non
c’é mediazione o compromesso
non
c’è molta poesia nella paura!
La
compassione poi dà persin fastidio
Non
c’è gloria in una camera ammuffita
o
in un armadio di vestiti smessi.
Tutti
più larghi o stretti di quanto poi non serva.
Tutti
vecchi e dismessi
tutti
che ti qualificano per quel che sei
nessuno
e niente.
Fuori
dal tempo, inelegante, povero!
Non
c’è nulla di epico
nel
perder casa, nel non averla affatto
nel
non veder futuro!
Non
c’è interesse in voi, che fate solo finta, d’ascoltare.
Nulla
di eroico o di spirituale ed è persin difficile da dire.
Nessun
piacere si prova nel narrare
d’impotenza
e dolore
Non
c’è interesse, certo in chi t’ascolta
non
è una bella storia
non
c’è pathos, poca o nulla suspance
Vi
si rappresenta soltanto il fallimento
morta
speranza fa solo un po’ paura, nulla di bello.
Come
posso spiegarvi umiliazione se non ci son parole,
se
non c’è il modo giusto a raccontare.
Se
a volte è impossibile ascoltare?
Come
posso spiegarvi il rinunciare
alla
socialità per la vergogna,
della
tua bocca, del tuo vestito vecchio e stretto
di
anni ed anni…in cui ti hai disimparato a stare insieme
per
voi è normale il scegliere un vestito,
per
uscire di nuovo questa sera
chi
sono io … il pezzente per dire a voi
che
no! non è normale, anzi è dolore
e
persino umiliazione?
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