Così ascoltando
Gaberscik, io
ripenso ai miei anni
Comprendendo
vecchiaia d'antichissimo vizio
che
si percuote ancora sopra questi giorni
Lambendo,
come onda antica, queste spiagge
Egli
ha cantato dell’uomo che non cambia
trascinando
a carico il peso dei suoi giorni
Fra
assurde recitazioni e vuote pantomime
Perdonando
a sé stesso quel che condanna agli altri
Fra
vizi, molti e scarse assai, virtù
perso
in quel suo specchio in cui neanche si vede
Cosa
è cambiato… se qui non cambia niente?
Se
ad un cantante e attore viene costretta profezia
Se
è sempre umano il limite ed umana è anche follia
Specchio
dei tempi
Dio!
Quanta tristezza
se
l’uomo scopre libertà ad ogni suo giro
e
non ricorda, meschino d’essersi già incontrato
e
non si fida nemmeno della storia.
“Far
finta d’esser sani” è la morale…
che
non importa il vero … e non esiste
che
quel che appare ètutto e quel che resta
niente!
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