domenica 4 novembre 2018

ASCOLTANDO GABERSCIK



Così ascoltando Gaberscik, io ripenso ai miei anni
Comprendendo vecchiaia d'antichissimo vizio
che si percuote ancora sopra questi giorni
Lambendo, come onda antica, queste spiagge
Egli ha cantato dell’uomo che non cambia
trascinando a carico il peso dei suoi giorni
Fra assurde recitazioni e vuote pantomime
Perdonando a sé stesso quel che condanna agli altri
Fra vizi, molti e scarse assai, virtù
perso in quel suo specchio in cui neanche si vede
Cosa è cambiato… se qui non cambia niente?
Se ad un cantante e attore viene costretta profezia
Se è sempre umano il limite ed umana è anche follia
Specchio dei tempi
Dio! Quanta tristezza
se l’uomo scopre libertà ad ogni suo giro
e non ricorda, meschino d’essersi già incontrato
e non si fida nemmeno della storia.
Far finta d’esser sani” è la morale…
che non importa il vero … e non esiste
che quel che appare ètutto e quel che resta
niente!


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