Al
cambio della guardia eran tutti presenti
i
morti ed i vivi di quell’anno tremendo
coloro
che avevan provato e gli sconfitti
quelli
che avevan trovato e chi cercava ancora
La
sinistra divisa come sempre d’altronde
senza
alcuna ragione e senza pace
Nell’umida
piazza in attesa
c’eran
quelli che vendevan la pelle d’un orso ormai morto da tempo
Il
popolo bue con un asino a scaldare il bambino nascente
Un
comico… sì c’era anche lui per fare un trenino
intrecciato
e abbracciato con l’uomo del marketing
stupiti
essi stessi del proprio successo
Il
procacciatore di anime con il tagliatore di teste
e
con il pifferaio di insinuante magia
erano
lì proprio tutti in attesa sul letto del vecchio morente
Pronti
già a festeggiare il nimbo nascente
spartendo
le vesti del vacchio morente
Ipocrisia
d’ogni festa inventata così … per far festa del nulla
Defilati
in un angolo stavano speranzosi i francescani silenti
e
gli armati cavalieri argentati del cambiamento
Poeti
azzittiti dal pragma e utopisti sognanti
per
loro non era suonata nessuna campana, nemmeno in quell’anno
Chissà
… se avrebbe suonato mai più.
Tutti
pronti con spumante e lenticchie
sgozzando
maiali e tacchini, polli e vitelli
nutrendo
propria vita e la gioia col sangue
attenti
e solerti preparando imbandita la tavola.
Pronti
all’ultimo atto danzante d’un anno morente
mentre
il terzo e il quarto e il secondo dei mondi vicini
non
avevano né pane … nè acqua …
e
la guerra infuriava, da sempre un anno sull'altro
e
gommoni solcavano … ancora, il mare d’inverno
nelle
provincie lontane dell'impero morente
tuonava
il cannone e cantava a mitraglia
Medioevo
era lì, anche lui aspettando una morte nascente.
Pregustando
la ghiotta occasione per stendere il velo
Anche
lui come tutti in attesa
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