venerdì 26 aprile 2019

CHE RESTA PER NOI



Chi parla d’amore col sole ed il mare …
La pallida luna e lucenti, le stelle.
Del calar della sera o anche dell’aria dopo d’un temporale.
C’hi narra l’eroe, l'oceano in burrasca
le vele  gonfiate e il maestrale
Chi narra del trapassato, dell’imperatore, già morto.
Vestito o anche nudo che fosse.
Prigionieri in se stessi, asserviti al già detto
Modulando c0ncerti di fatte parole
Di vecchi e di frusti concetti …
La mamma, la rima e l’amore
La trama, la fiamma ed il cuore
più giochi al banale e più soldi guadagni
I pochi e i più grandi son quelli hanno parlato dei popoli loro.
Rivoluzioni, speranze... dei veri bisogni.
Ma l’hanno già detto ... anche questo
un'altra canzone  che  s’è già molto cantata
Che resta al poetastro d'ardito strapazzo?
Che resta agli arguti scrivani
che ripetizione non sia? Già detto, già scritto
Parlar dell’uomo … magari
Lo spirito e l’anima ma l’hanno già fatto.
Vestiti di fiori e di sete, dai lunghi capelli
chi in modo palese e chi senza parere, rollando una canna
Che resta per noi? Se non il giocare
Rimbalzo e metafora, le nuove parole?
Che resta per noi se non ribadire?
Eppure la vecchia canzone appar nuova se è ben venduta
ed ogni cosa ridetta è già un’altra.
Ed anche se cerchi nel nuovo finisci col dire parole già dette …
Eppure i grandi son grandi e noi poeti di strada
qualcosa vorrà pure dire


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