Cosa
diremo noi
d’aver permesso a qualcuno di cavalcare il nostro peggio
d’aver permesso a qualcuno di cavalcare il nostro peggio
per
proprio tornaconto e per potere
per
l’apparire e la gloria. o peggio per un voto.
Così
da esporre, in bella vista, d’umanità la faccia più crudele
Con
quelle differenze inventate al momento
egli
poi fece scempio,fece di più
elaborando leggi e costruendo muri.
elaborando leggi e costruendo muri.
Gli permettemmo, noi. che si ponesse a guardia
d’una
purezza ch’era inesistente, di una religione senza amore.
Agitando rosari ed esibendo croci.
Agitando rosari ed esibendo croci.
Noi
permettemmo che s’arrogasse di noi il rappresentare
Dell’egoismo
nostro e la paura, creando poi, confini improvvisati
tracciati
con il sangue sulla carta
Cosa
diremo noi raccontando alla Storia nostra vergogna?
Che
nel silenzio accogliemmo ogni deformazione …
e
d’ogni vizio e follia facemmo incetta o permettemmo il farlo
Acconsentimmo, tacendo, che linciaggio divenisse
linguaggio
anche nei nostri tempi.
Come
racconteremo nostri cappucci bianchi
nascosti
nelle tasche e dentro al cuore?
D’ipocrisia
e di croci infuocate, di forche improvvisate e del razzismo
di
queste nostre gabbie e che fingemmo il non vederle, così spesso
noi, nascosti, fingendo di non esser qui. Più d’una volta e sempre
Nella
spirali ripetute e tristi di questo nostro nostro cammino secolare
Fare
poesia con quel ch’è male e ch’è l’anima nera è assai
difficile
Le
parole s’ingroppano, fra loro e fanno resistenza
cercando
il meglio di noi, che fa poesia …
che non si vede, adesso , certo non qui
che non si vede, adesso , certo non qui
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