sabato 25 maggio 2019

E LO ABBIAMO CHIAMATO FEMMINICIDIO




di giandiego

Ogni tre giorni e mezzo avviene, in media, l’omicidio di una donna in ambito familiare o comunque affettivo, mentre ogni giorno, sempre ai danni di donne, si registrano: 23 atti persecutori, 28 maltrattamenti, 16 episodi di percosse, 9 di violenze sessuali. Citazione testuale dall’ANSA”.

Non è una bella media, nulla di cui la civiltà occidentale, pur con la sua tendenza ad esportare democrazia, possa vantarsi … nulla che possa davvero essere definito “maturazione spirituale, sociale e civile”. Nulla che ci permetta accampare superiorità morali rispetto a chicchessia.
Si badi quello di cui si sta parlando èil denunciato”, quel che si sa, perché emerso, ma molto altro avviene là sotto senza che sia manifesto. È ovvio e persino un poco lapalissiano che sia così. Normalmente il criterio è quello dell'iceberg, per cui i due terzi stanno sott'acqua
Lo abbiamo definito femminicidio” e ci siamo messi il cuore in pace. Lavandocene faccia, capo e mani.
Alcuni nonostante questo “invidiabile  record negativo ancora sono convinti che questa civiltà occidentale abbia ad insegnare qualche cosa al mondo … eh si! L’Ipocrisia d’una struttura cristiano-giudaica che fa dell’apparenza partecipativa e democratica il proprio scudo. Del perbenismo e dell’apparenza sociale il proprio sistema.
Perché, perdonate il ricorrere del pensiero del vostro scribacchino qui in questione, il problema è sempre lo stesso, come per la cultura, come per l’ipnosi, come per ilcontrollo mentale e la società elitaria … siamo sempre lì! Stiamo parlando di Sistema. Di questo Sistema!
Il nostro si è evoluto sulle spalle delle donne e degli schiavi e non si è mai liberato da questo vizio di fondo … il femminicidio è una filosofia, che ci piaccia o meno, una conseguenza di una scelta filosofico -morale che sta a monte.
È figlio del machismo, della competitività, della logica del più forte e del più adatto, dell’apparentamento fra forza e potere (tipicamente maschile e profondamente radicato nella nostra società), diretta conseguenza di quelle tribù a struttura verticale e potere maschile, che scendendo dall’Ovest, armati con il ferro e inventori della guerra sterminarono le pacifiche comunità gilaniche, femminili, orizzontali delle pianure.
Piantando paletti e definendo la proprietà della terra. È ancora sempre questo il tema di fondo, l’affermazione di un potere maschile che travalica il materiale ed invade lo spirito.
Farneticazioni da scrittore, non affermato per altro, di fantasy? Può essere … se vi piace, ma INTANTO LE DONNE MUOIONO. Ed ogni volta la scusa è buona addirittura , si dice, per eccesso d’amore … ma per piacere!
Siamo sempre lì … al maschio dominatore e padrone dà fastidio, sino alla rabbia folle ed incontrollabile, che il proprio possesso amoroso, abbia persino un cervello e, peggio, un’anima e possa non volere continuare a subire il suo affetto, ammesso che il senso del possesso che chiamiamo amore possa essere definito così.
Ed allora l’invasore dell’Ovest, armato di ferro, fa fuori la sua strega gilanica … trovando insopportabile e disonesto che possa, una donna, essere migliore di lui.
Siamo ancora lì, sul rogo delle streghe sapienti, mentre il vescovo Cirillo uccide Ipazia … con gli Achei che ballano sulle ceneri di Troia e di Micene.
Siamo sempre alle soglie del neolitico … ad esportare civiltà.
Tutte le indecenze, innumerevoli purtroppo, perpetrate ai danni delle donne, sono lì, nella nostra storia, connaturate con quella che chiamiamo civiltà, figlie della nostra paura di maschi frustrati che possano derubarci della nostra palla … perché le bambine sono furbe e maliziose.
Perché mamma (e qui sta il mostro) mi ha insegnato che non mi devo mai fidare completamente di una donna … e mamma lo sa, perchè mamma le donne le conosce benissimo.
Il male che le donne fanno a sé stesse è però un altro discorso, che affronteremo forse, in un prossimo racconto.
Comunque … e finisco, persino quest’ultima deformazione culturale è figlia di questo sistema … di quest’ordine, di questo stato delle cose … se non inizieremo a praticare il cambiamento, cominciando dai nostri comportamenti e dalle nostre relazioni, come potrebbe mai cambiare qualche cosa davvero? In mancanza di questo resteremo fermi lì e continueremo eternamente ad uccidere la strega gilanica.
(la fotografia che illustra l’articolo deriva da un lavoro dello scultore Francesco Uccheddu)

1 commento:

  1. C'è solo da piangere Ottima scelta dello scatto del grande Francesco Uccheddu

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