di
giandiego
È,
forse, una posizione solo mia?!
Per
questo decido di esprimerla tramite il mio blog, senza accampare le
mie qualifiche politiche e senza attribuirmi tutti gli anni del mio
percorso. Senza menzionare se non brevemente in questa parte le mie
scelte , come quella d’essere socialista e libertario. Poco importa
se la solitudine è il mio retaggio, la esprimo.
Da più
parti mi raggiunge la narrazione di una visione di mondo, in fondo,
condivisa.
Certo
degna di critiche e sensibile ai miglioramenti, ma in fondo …
consona ed accettabile. Nella descrizione per esempio dei bei tempi
passati in cui, nonostante la DC il mondo era migliore … o
della fattiva collaborazione del dopoguerra.
O
peggio rispetto all’oggi, l’acquisizione di questo stato di
fatto, in fondo l’unico possibile che rispecchia gli equilibri
conquistati in lunghi anni di presunta civiltà. La constatazione e
la resa d’essere nel miglior mondo possibile (rimuovendo gli
errori terribili di un’umanità folle e votata all’autodistruzione,
che accetta una definizione verticistica ed elitaria del proprio
ordinamento sociale)
Credo
sia pura ipnosi, una visione procurata dal Sistema, coltivata
ed indotta. Attraverso l’uso del consumismo e nutrita di questa
stessa illusione di ricchezza materiale. Mutuata dall’uso dei media
e delle religioni, ma soprattutto nell’oggi dalla modulazione della
paura.
La
scomparsa di ogni forma di vera spiritualità, pur ammettendo come
questa sia stata usata negli anni per il controllo è polso di questa
manipolazione, ma altro e molto peggio è il materialismo (e non
si intende qui quello storico, che è metodo d’analisi e non scelta
spirituale e filosofico-etica).
STA
DI FATTO CHE UNA CULTURA SISTEMICA E DI DIFESA DELL’ESISTENTE
FACCIA BRECCIA ANCHE FRA I MIGLIORI, PURTROPPO.
Questo
si manifesta in svariate maniere e culmina, nel comportamento dello
pseudo-progressismo collaborazionista e nei suoi derivati minoritari
di supporto e contorno
Il
Piddismo, il pisapiismo, il SeLlismo e certo colabborazionismo
pseudo-socialista, così come l’enorme area grigia della politica
Il fiorire di aree centriste, più o meno orientate a destra … ed
anche il perbenismo grillino, ammantato e travestito da ribellione
del nulla fanno parte di questi comportamenti e sono in fondo
impastati nella medesima creta, con modulazioni differenti della
medesima accettazione di fondo del sistema.
Credere
nel cambiamento è altro, camminare sulla sua strada è assolutamente
e certamente altro.
Esso
deriva da una scelta di fondo, da un’operazione di profonda
ridiscussione operata sulla propria stessa esistenza, causando spesso
modificazioni profonde della propria stessa vita, abitudini
alimentari comprese, atteggiamenti, comportamenti … visione.
Questo
s’è detto spesso, io sin troppo forse, ma è questione
centrale, se la visione altra non passa attraverso noi,
difficilmente potremo superare la dicotomia della programmazione
sistemica, ed il nostro “cambiamento” sarà una dichiarazione
formale.
Ed è
inesorabile, normale e prevedibile che questo gigantesco nodo giunga
prima o dopo a trovare il suo pettine.
Essere
minoranza è difficile, esserlo filosoficamente e spiritualmente lo è
ancora di più, perchè implica il rifiuto delle fascinazioni
sistemiche. Troppo semplice ribellarsi al nulla o solamente a parole
… si sa VERBA VOLANT … e mai come in questo caso, quando
si parli di mondi altri e possibili l’assenza della “pratica” è
visibile, palpabile.
In
fondo cos’altro fanno se non difendere il proprio ristretto mondo
di privilegiati e comodi coloro che chiamiamo politici? Cosa se non
accettare il sistema che li favorisce? Ed allora se le cose stanno
così quale se non il rifiuto del Sistema è la strada del
cambiamento?
S’innoridisce
di quel che si è disposti a fare … è forse questa la verità? Dei
moralisti domenicali ed hobbystici vedono forse sé stessi nelle
perorazioni superficiali e formali di cui sbraitano? E la derisione
delle argomentazioni più profonde ed altre che a tratti emergono da
questo stesso mondo , non sono forse una forma di esorcismo? Un
allontanamento da sé di quel che non si vuole capire ed ascoltare?
Il
cambiamento non passa quindi dallo spirito, dall’acquisizione reale
di un comportamento altro, da un’etica diversa, da una una
nuova morale … ed allora come si giustificano le derisioni d’ogni
scelta e percorso alternativo … in difesa, per esempio, della
propria bistecca o salsiccia, del proprio apparecchio televisivo, del
proprio piacere immediato, del proprio credo calcistico. La
giustificazione , per esempio del tifo più o meno calcistico e
dell’adesione ad altri fenomeni di distrazione di massa di questa
stessa matrice? E sto parlando solo di esempi, perchè l’adesione
al sistema è molto più profonda e radicata
Ridiscutersi,
quindi, mettersi in dubbio. Accettare l’idea che si possa essere in
sé stessi, sbagliati, pur convinti d’essere rivoluzionari.
Accettare
che la rivoluzione sia spirituale e passi dentro noi. Questo sì
sarebbe una atto rivoluzionario che contribuirebbe ala cambiamento
reale.
Accettare
il bagaglio greve d’essere minoranza ed eresia, non solo
politicamente, che in fondo è una rappresentazione, ma
spiritualmente e filosoficamente. Accettare il rischio del rogo.
Perchè non c’è mediazione con il sistema. Esso si difende
da chi lo mette in discussione , al minimo espellendolo e privandolo
dei “privilegi condivisi e presunti” che l’esserne parte
procura.
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