di
giandiego
Sto
invecchiando è innegabile, metodicamente, inesorabilmente,
quotidianamente. Resto io, però, e questo, forse è peggio.
Mia
madre diceva che in ogni 70enne (io ne ho solo 64) è
imprigionato il ventenne che era e grida d’essere ancora lì,
chiede che qualcuno lo ascolti.
Aveva
ragione, ma la saggezza serve davvero a qualche a cosa? Per carità
non fraintendetemi so che serve. Non sono un depresso, non odio la
vita, non guardo spaventato al mio domani (anche se avrei qualche
ragione per esserlo).
Non
voglio intrattenervi con i miei mali, le mie paure ed i miei
acciacchi, i miei fallimenti e le mie povertà, anche se ne avrei da
raccontare.
Voglio
soltanto fare una domanda … ne vale davvero la pena? Oppure
nascondiamo la nostra paura della morte travestendola da saggezza,
raccontando le amenità dell’età adulta e della vecchiaia, ed
indorando pillole che non vogliamo ingoiare?
Pensavamo
così a vent’anni? Io
no … non vedevo i quaranta, figuriamoci quelli dopo.
Davvero
questo è il meglio? Questa normalità noiosa e ripetitiva, questa
paura di ogni cosa che travestiamo da sapienza. Questo terrore del
cambiamento e questa fame di tranquillità … di stabilità?
Questo
andirivieni fra ospedali, ambulatori, internisti, dermatologi,
oculisti, dentisti, fisioterapisti … ma davvero? Tutto per
prolungare la nostra miserabile esistenza di qualche mese?
Forse
questo discorso vale solo per me che sono diabetico, cardiopatico …
zoppo e invalido, ma temo che non sia così … quando vado in giro
per ambulatori (ormai
uno dei miei lavori a tempo pieno)ne
vedo tanti … vi incontro tutti.
Cosa
fate lì? Accettate il compromesso con Big
Pharma per
vivere ancora un giorno?
Sex,
Drugs & Rock and Roll …
le moto rombanti, On
the Road Again …
The Rolling Stones, The
Beatles …
The Moovement, ma davvero?
James
Dean e le macchine potenti … o anche solo le barricate in difesa di
un’idea. Il fuoco delle molotov.
Morire
in uno scontro a fuoco per qualche cosa in cui credi davvero …
siamo proprio sicuri che ne valga la pena? Di questa cosa, post mezza
età, che si tinge sempre più da vecchiaia, che accoglie la
dimenticanza privandoci anche della memoria?
É
saggezza o è solo una scusa per modulare la nostra paura della
morte? È
questa la saggezza che ci maturerà spiritualmente … la
rassegnazione al decadere?
Non
sto istigando al suicidio, mi faccio solo domande e le faccio a voi
(ammesso
e non concesso che qualcuno perda del tempo a leggermi).
Soprattutto
perchè, poi, è fra quelli della nostra età che il potere annovera
i più strenui difensori, gli amici più fedeli.
L’ultima
frontiera dell’indecenza.
Proprio
noi che volevamo affossarlo e distruggerlo oggi siamo sull’ultima
frontiera con in mano la nostra scheda elettorale.
Sono
un fallito, un povero, uno scrittore degli ultimi … un poeta da
strada, per questo motivo parlo così?
In un
batti e ribatti on line con Baccini (il famoso e noioso cantante
melodico-finto rock) sono stato definito, proprio da lui, “noioso
mentecatto” ed ha aggiunto “ … si definisce poeta e
filosofo di strada … questo dice tutto”.
Quindi
ragione di più, non abbiamo bruciato la nostra vita sull’altare
della Gloria, non abbiamo Fama e Danaro nè costosi Status simbol da
mettere in conto ad avvalorare il nostro percorso (pur
essendoci passati moltissime volte vicini)
i più fra noi
(almeno
io lo sono) sono
scrittori compulsivi non letti, poeti auto-referenti. Filosofi da
discarica … ed allora? Era questo che vedevamo nel nostro futuro a
vent’anni. Parlo per me, con voi … di me, di voi, di noi?
Difficile dirlo.
Non
abbiamo nemmeno cambiato il mondo e
stiamo invecchiando … i più (non
io che sono un ultimo, troppo povero persino per questo) funzionando
da bancomat per le nuove generazioni spiantate e perdute (e
forse per questo ruolo è giustificata la nostra esistenza).
Sex,
Drugs & Rock and Roll …
ha segnato gli anni della nostra gioventù che fossimo sistemici o
antagonisti, poco importa, il modello era quello.
Che
poi fosse un fanfaronata … un boutade, può essere , ma ne siamo
poi così sicuri
Per
molte nostre icone memoriali fu regola
di vita ed
anche il senso.
I miti, nella stragrande maggioranza morirono tutti attorno ai
trent’anni. Quelli che sono durati possono forse essere divenuti
dei Guru, ma non saranno mai delle “leggende”
Oggi
siamo qui titubanti a pietire per un giorno in più, accettando
l’idea di questi anni
farmaceutici che
ci allontanino da Sorella
Morte
(quasi
fosse possibile e realistico rimandare l’ultimo appuntamento, come
se non fosse tutto già scritto) che
ci spaventa più di ogni altra cosa con il suo
mistero
implicito.
Siamo
divenuti padri, alcuni buoni altri meno (io
meno) …
alcuni sono nonni, altri no … e moduliamo saggezza e frasi fatte,
per non ammettere a noi stessi d’essere monumenti al compromesso,
noi così snob: popolo
bue …
ricettacoli di viltà.
D’essere
pronti a venderci anche l’anima per qualche minuto in più

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