Altro
che normale, altro che paziente
altro
che ricco, altro che benestante
altro
che borghese, altro che benpensante.
Semplicemente
altro!
Molto
più che deprecabile, straccione senza casa
Barbone
inaccettabile, zingaro puzzolente!
Onorabile
congrega, signori della corte.
Portatemi
sul palco e saponate una corda!
Preparate
una pira e il fuoco e fatemi bruciare.
Chiamandomi
eretico, dicendomi ubriaco,
Chiamandomi
drogato.
Ditemi
che son frocio, donna, un handicappato
Altro
che non un uomo!
Raccontate
di me poeta, palestinese, schizoide malnato
Ditemi
gitano, anarchico, comunista
Dite
di me diverso, senza speranza
chiamatemi
spostato … delinquente
Altro
che sopportabile, altro che profumato.
Chiedo,
e non a voi, il diritto d’essere folle
questa
è la sola parte che m’è riservata,
questo
è, sappiate tutti, mio diritto e retaggio.
Posso
esser due, tre, oppure tutti voi
miserabile
e solo … sbattuto ai vostri limiti.
Folle
guardiano e negro nel vostro giardino.
Reclamo
d’essere sgradevole e di sputar nel piatto
mentre
con le mie mani raccolgo il sugo secco
di
vostra, immemore, pelosissima pietà,
che
non è compassione, che non è fratellanza
Altro
che sobrio, altro che ben vestito.
Vivo
nel vostro sogno, ma son sempre sgradito.
Altro
da voi signori, mai rispettato!
Qualche
volta un impeto,
un
euro, un dollaro anche solo un decino
un
bicchiere di vino.
Come
una goccia d’acqua dentro al mare
d’un
dolore antico che mi divora.
Per
ricordarmi d’essere stato un uomo.
La
testa poi si gira, l’occhio che si dimentica .
Altro
che vivo, altro che presente, son altro che esistente.
Semplicemente
Altro, quello che voi non siete
che
non sarete mai…
perchè
vita con voi fu docile e generosa
perchè
voi siete altro…un’altra cosa.
Attenti,
non guardatemi che sono contagioso
altro
che non t’aspetti
altro
che impossibile, altro che non sia là
dietro
a quell’angolo
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