Copiando
infinite regole sino a cambiarne il senso
Sin
quando le parole perdono il loro suono
Scrivendo
libri sacri senza l’ispirazione
Come
siam bravi a farlo…noi scribi e farisei
Noi
i miscredenti, noi inventori dei roghi
Noi!
Che adoperiamo Dio quando ci comoda
Ancora
e come sempre!
Contendendoci
un corpo…silente
disconoscendo
l’anima che mai non muore
Coi
nostri mille editti…con tutte le nostre grida!
Nostra
vergogna esposta,vesti strappate
testa
sporca di cenere,ma nessun pentimento
Quanto
rumore inutile…per loro che stan zitti
Quante
supposizioni, quante filosofie, quante morali ed etiche
Elette
a verità fatte rivelazione
Quanti
maestri, quanti grandi sapienti
per
quel che non sappiamo, quello ch’è sconosciuto.
Fingendo
conoscenza di quel gande dolore
di
cui tutti parliamo
Senza,
però, conoscerlo, senza saperne niente
Riempiendo
nostra bocca a frasi fatte
D’ovvie
imbecillità…molto meglio tacere,
Prego!
Facciam silenzio!
Chè
una ragazza è morta…e un’altro se n’e andato.
Loro!
Senza rumore.
Loro
! Con un sorriso
Eppure
il chicchiericcio, il vostro battibecco
non
hanno avuto il bene della pace, non ancora!
Fateli
andare!
Cosa
aspettate, cosa volete ancora?
Son
finalmente a casa, dovunque, poi , li porti quel sorriso
Noi
qui
Noi
disquisiamo, come sempre
Impaludati
e tronfi…
vestiti
in seta e d’oro
con
stole color viola
diciam
di possedere quello che non è nostro
quel
che non ci compete…
facciam
silenzio! infine
E
finalmente salutiam chi parte
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