di
giandiego
Ieri
mattina chiacchieravo con un vecchio amico, un intellettuale di
spessore internazionale, direttore di rivista culturale (vera).
Uomo di pensiero, anche se, forse, un poco troppo cattedratico e
sistemico per i miei gusti selvaggi ed ignoranti.
Si
parlava di editoria, grande e piccola, sistemica e non e si
constatava come il problema di fronte al quale molti si arenano sia e
resti La Distribuzione. Settore che diviene pretesto di super
sfruttamento per Trangugia et Divora.
Cioè
di come essa stia diventando la parte più rivelante e costosa
dell'editoria moderna, nelle sue componenti fondamentali come la
visibilità e la pubblicità, ma anche solo la reperibilità e la
facilità di accesso.
É
agghiacciante come, per esempio, qualsiasi velleità di
auto-produzione si areni inesorabilmente e definitivamente di fronte
a questa problematica, a quanti scrittori anche di valore rimangano
al palo, nascosti ed ignorati solo perchè non sistemici, non famosi,
non remunerativi., solo perchè sarebbero da seguire ed accompagnare.
Già
il libro è merce … e nemmeno fra le più richieste e facilmente
vendibili. Non conta il valore intrinseco, ma la vendibilità.
Si
discuteva, quindi, di come si potesse sviluppare e vivificare una
editoria alternativa. Una editoria che tenga conto dell'essere umano
autore, dei suoi diritti … del suo lavoro. Che rispetti la
proprietà intellettuale come valore prima che come fonte di
business.
Due
i sentieri individuati da questa amena discussione. Il primo “il
coinvolgimento degli autori nella gestione editoriale”, cioè
una via mista fra l'editoria tradizionale e l'auto-produzione che
vede gli autori stessi associarsi e fare “editoria di qualità”,
percorrendo le strade della cooperazione e del possesso collettivo e
cedendo i ruoli organizzativi ad una struttura di servizio che abbia
come prime finalità la “cultura popolare” ed i “beni comuni”.
Partendo
da un ruolo ed una ridiscussione della figura dell'intellettuale e
del produttore d'opera letteraria, piuttosto che musicale.
L'intellettuale nel suo ruolo “sociale” e non come divo
auto-referente o prodotto da vendere.
Il
secondo, ovviamente, non può che riguardare la “distribuzione”.
Fare Rete! …
( mi sovviene come a suo tempo con alcuni dei protagonisti chiamati
in causa in questa lettera aperta, non solo se ne parlò ma si fondò
anche una pagina su Facebook che titolava
Fare Network, Fare rete, Fare movimento).
Sono
un autore che si “picca” d'esser buono e dire qualche cosa, un
Poeta e mi piacerebbe che quel che scrivo “sorgesse” da una
esperienza di “diffusione” comune, una piattaforma
condivisa che sia il “luogo della letteratura d'alternativa, di
base, condivisa e realizzata dal basso”.
Che
sia un luogo riconoscibile, conosciuto e di cui si parli. Un Luogo in
cui la lettura si riconcilia con il lettore in cui sia facile trovare
tutti quei libri che derivano da queste esperienze e che non sia mera
“auto-produzione di poche speranze”, ma una proposta reale
che abbia attinenza con la verità, con la cultura, con l'alternativa
di sistema.
Utopia?
Forse
pensare ad una letteratura non di sistema, ad una figura
d'intellettuale fuori dal coro eppure “di spessore” è
pura follia?
Eppure
due Radio Web, che io amo ed un contenitore di notizie che stimo si
sono , pur in tempi diversi, posti questo obbiettivo cercando la
strada editoriale. Una di loro è il mio attuale editore e con essa
collaboro , proprio nell'ottica di quella prima proposta di sviluppo
della “nuova editoria”.
Ed
allora io, nella mia infinita ignoranza ed ininfluenza mi chiedo
Perchè
non cominciare da qui?
Dagli
autori, e sono molti, che si dibattono in rete proponendo sé stessi
con poche o nulle speranze di successo, pur avendo per le mani
prodotti validi e credibili. Da
questo epico e coraggioso tentativo delle due radio in questione di
fare editoria accarezzando la cultura, la verità, l'onda
anti-sistemica … perchè non fare sinergia, non condividere, non
creare, per esempio una piattaforma comune di diffusione dell'edito,
Una pratica comune di pubblicizzazione, una connessione che non sia
mera coltivazione di orticelli, ma un vero colpo di zappa
nell'immenso campo della cultura letteraria e musicale …
perchè NO?
Scrivo
questa mia con l'ovvia speranza di essere letto, nella speranza che
succeda qualche cosa che questa antica perorazione Fare
Network, Fare Rete, Fare Movimento diventi
realtà … Chissà io aspetto e continuo disperatamente a scrivere
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