Non
ti riconosco, amico mio , compagno
Non
capisco più eppure ti sono stato accanto e dentro
Insieme
a te negli anni, son cresciuto
Ti
guardo e non ti vedo, nemmeno riesco a leggere
quel
che tu scrivi … e dici … e fai
Sei
me … di te io sono parte
Questo
lo so, stessa sostanza
Eppure
sempre più mi sembri alieno
Forse
son gli anni miei, a pesare
forse
stupidità e stoltezza …
o
l’ignoranza, certo, ma non ti riconosco
E
sempre più mi fugge il senso vero di quello che tu fai.
Di
quello che dimostri e fai vedere
della
tua Civiltà voltata indietro
Del
retrocedere che come gambero imponi al tuo cammino
Del
senso ultimo di quel che attraversiamo
Umanità
dolente e condannata
Povera
umanità a testa voltata
fronte
a guardar la schiena ed il suo culo
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